Emergency

giornale di cantiere  

un blog costruttivo



HOME


ARCHIVI

marzo 2002
aprile 2002
maggio 2002
giugno 2002
luglio 2002
agosto 2002
settembre 2002
ottobre 2002
novembre 2002
dicembre 2002
gennaio 2003
febbraio 2003
marzo 2003
aprile 2003
maggio 2003
giugno 2003
luglio 2003
agosto 2003
settembre 2003
ottobre 2003
novembre 2003
dicembre 2003
gennaio 2004
febbraio 2004
marzo 2004




e-mail
giornale_di_cantiere@yahoo.it


This gif is freely copyable. Just right click, save
Powered by
RSSify at WCC





Feed Atom

convertito in



dal tocco magico
di A. Cavedoni



Blog e dintorni

fragments of wishdom
Leonardo
willy-nilly
POLAROID
Ludik
skip intro
Blogorroico
Diario di bordo
101ism
Bellacci
Valido
Giardino di cemento
Voglia di Terra
Pandemia
Zu
Strelnik
Blogger di guerra
Arsenio
le strade bianche
Arkangel
Photoblogger
Gonio
Hotel Messico
Architectura
Il fiore del cactus
brekane
Haramlik



la directory dei blog italiani



Blog Star Death Match
due discutono
uno vince



Bloogz
motore di ricerca
dei blog





Al momento della sospensione questo blog era stato visitato per 25.000 volte
(1.000 più, 1.000 meno)


20 agosto 2002
 
La sindrome del fortino

Negli ultimi decenni molte famiglie italiane hanno abbandonato le città per trasferirsi in provincia o in ambiente rurale. È stato uno spostamento massiccio, cominciato in sordina negli anni '70 ed esploso più tardi, in contemporanea agli spot Mulino Bianco.*
Alcuni hanno erroneamente definito questo fenomeno come "ritorno alla campagna". In realtà siamo di fronte ad un vero e proprio processo di colonizzazione. Nella maggior parte dei casi i cittadini in fuga non hanno adattato il proprio stile di vita al nuovo ambiente, ma vi hanno importato usi e tic tipici dei centri urbani, accellerando semmai il processo di disgregazione sociale e omologazione culturale già in corso. I paesi si trasformano velocemente da sedi di comunità vitali in quartieri-dormitorio decentrati; la casa rurale ristrutturata diventa villa/villetta.

Dal punto di vista achitettonico le prime fasi di questa colonizzazione sono state caratterizzate da scempi indescrivibili e modifiche irreversibili delle caratteristiche originali dei fabbricati. Si è oscillato tra lo stravolgimento in chiave moderna dei vecchi edifici e l'elaborazione di elementi "rustici" inventati di sana pianta: la facciata sbruffata, la cucina in muratura coi pensili, il gazebo in legno, i lampadari di ferro battuto in stile medioevale...
Fortunatamente col tempo sensibilità e gusto sono migliorati, tuttavia la mancanza di una vera cultura rurale si fa sentire inesorabilmente. La casa in provincia rimane un incidente di percorso, l'involucro occasionale di un'esistenza che si svolge altrove con altri ritmi.

Alcuni segnali di questo scollamento sono visibili a colpo d'occhio (l'onnipresente antenna parabolica, l'asfaltatuta delle strade d'accesso, il sacrificio degli spazi esterni in funzione del totem-automobile), altri si manifestano in maniera più sottile: i marciapiedi perimetrali "staccano" la casa dalla terra, il prato all'inglese separa dalla vegetazione naturale, l'illuminazione esterna esorcizza il buio della notte, le recinzioni e i cancelli citofonati isolano per definizione.

divieto.jpgLa lamentela più frequente che sento fare dai neo-campagnoli è : "Qui la gente s'occupa troppo degli affari altrui".
Io sorrido. Dilettanti...
La difesa della propria sfera privata è un'arte che non s'improvvisa, occorrono anni e anni d'esperienza per saper disinnescare le comari più impiccione. È un gioco che assomiglia molto a quello dello spionaggio-controspionaggio: bisogna fornire informazioni verosimili (ma irrilevanti) che plachino la curiosità delle megere e le dissuadano dall'investigare più in profondità. L'errore peggiore è quello di chiudersi a riccio, costringendo i paesani a lavorare di fantasia. Le conseguenze di una difesa dissennata della propria privacy sono inimmaginabili.
D'altra parte il pettegolezzo invasivo è solo una faccia della medaglia, lo scotto da pagare per mantenere rapporti umani degni di questo nome. Le barriere erette intorno ai cascinali ristrutturati hanno solo apparentemente scopi difensivi (nessun malintenzionato si farebbe scoraggiare da un muro di cinta o da una rete metallica). In realtà tengono lontani gli altri. Tutti gli altri.

*Uno dei miei show più applauditi dell'epoca d'oro Mulino Bianco...
aprire un varco in un roveto colossale a colpi di roncola, grondare sudore e sangue, trascinare fuori un tronco di cipresso da bruciare nel camino (anche per oggi non muoriamo assiderati), esclamare trionfante: "Certo che... la vita in campagna mantiene in forma!"






Comments: Posta un commento


This page is powered by Blogger.